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Di: straniero in una terra strana

@ Isaia Panduri.
il decreto legislativo 155 del 13 agosto 2010, in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre 2010, all’art. 5, Valutazione della qualità dell’aria ambiente, al comma 7, prevede che le stazioni di misurazione devono essere gestite dalle regioni e provincie autonome, ovvero su delega dalle ARPA regionali, oppure da altri soggetti pubblici e privati.
Il controllo si esercita sulla base di appositi protocolli approvati dalle regioni o provincie autonome o in caso di delega dalle ARPA regionali, e deve prevedere una continua supervisione su tutte le modalità di gestione della stazione e di raccolta, trattamento e validazione dei dati. Per le stazioni di misurazione esistenti, gestite da enti locali (vedi Palermo) il Ministero dell’Ambiente promuove la sottoscrizione di accordi tra il gestore , le regioni, e le ARPA al fine di assicurare la sottoposizione a tale controllo.
Ad oggi, a parte questo decreto, non si capisce se l’ARPA Sicilia ha davvero preso in carico dal Comune la gestione dell’attività di rilevamento dati sull’inquinamento atmosferico e la relativa manutenzione.
Il decreto legislativo 155 prevede che le regioni trasmettono al Ministero dell’Ambiente, entro 8 mesi dall’entrata in vigore del decreto (quindi entro il 15 maggio 2011), un progetto volto ad adeguare la propria rete di misura alle disposizioni dello stesso decreto 155 che fissa le caratteristiche delle centraline e le relative dislocazioni sul territorio urbano. Sarebbe utile scoprire dalla Regione, o ARPA, se questo progetto è stato inviato al Ministero dell’Ambiente, ma dal sito web ARPA non si è potuto constatare questa informazione, nè quella relativa alla nuova competenza di valutazione della qualità dell’aria ambiente in Sicilia.
Per le targhe alterne, queste non hanno dato risultati dato che i controlli si fanno in 1 o 2 piazze della città e nemmeno tutti i giorni.
Ci salva solo l’enorme percentuale di verde sul territorio urbano, rispetto alle altre città.
Infine quelli che si lamentavano una volta poi si adeguano al mancato cambiamento.


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